Tra i fenomeni che ci regala l’universo, l’aurora boreale merita sicuramente uno dei primi posti per bellezza, imprevedibilità e potere di emozionare. Se in passato si davano alle aurore i significati più fantasiosi, e talvolta persino funesti, ancora oggi l’aspetto scientifico del fenomeno per cui compaiono è poco noto a molti turisti.
Mia nonna raccontava di una luce nel cielo che presagì la seconda guerra mondiale (in effetti il 25 gennaio del 1938 si verificò un’aurora potentissima visibile in gran parte d’Europa, compreso il nord Italia), ma l’idea che me ne ero fatta durante il mio primo viaggio in Scandinavia nel 1999 non era sicuramente meno ingenua e semplicistica. All’epoca infatti vidi nei negozi di souvenir moltissime cartoline con suggestive immagini delle aurore, ma durante un intero mese a spasso per il nord Europa non mi balenò neanche per un istante l’idea di poter vedere una vera aurora dal vivo.
Andare a fare un viaggio sino all’estremo nord è condizione necessaria ma non sufficiente per vedere le aurore. Di seguito le domande che mi fanno più frequentemente.
Perchè al Nord? Le aurore sono l’effetto dell’impatto del vento solare sulla ionosfera. Gli elettroni degli atomi presenti nell’atmosfera vengono prima eccitati dal vento solare e, quando ritornano allo stato iniziale, emettono energia sotto forma di luce a diverse lunghezze d’onda. Se su gran parte delle superficie terrestre il campo magnetico, parallelo al suolo, agisce come uno scudo al vento solare, in prossimità dei poli magnetici, dove i vettori del campo magnetico sono perpendicolari al suolo, questo effetto scompare e il vento solare perturba gli ioni dell’atmosfera. I poli magnetici sono leggermente scostati dai poli geografici, e la zona di “primo impatto” per le aurore diventa quindi, nell’emisfero borale, un ovale che comprende il nord della Scandinavia, l’Islanda, il Canada e l’Alaska. In caso di attività solare molto intensa, il raggio d’azione del vento solare si estende e le aurore sono visibili anche dalla Scozia e gran parte della penisola scandinava. Aurore talmente intense da essere visibili dall’intero nord Europa sono casi estremamente eccezionali (come quello appena precedente la seconda guerra mondiale, ma fortunamente non hanno nessun significato mistico o esoterico).
Perchè in inverno? In realtà non è indispensabile affrontare i ghiacci dell’estremo nord per vedere le aurore, anche se l’estate rappresenta una stagione sconveniente per un motivo principale: le troppe ore di luce. Se a Capo Nord infatti si va per vedere il sole di mezzanotte, vale a dire il sole che non tramonta mai, in estate tutte le regioni vicine ai poli hanno notti cortissime o quasi inesistenti, e il buio è un’altra condizione indispensabile per vedere le aurore, dalla luce troppo debole per competere con quella del giorno. Una buona applicazione per scoprire in ogni punto del globo gli orari di alba e tramonto del sole (e anche della luna) permette di pianificare il compromesso migliore tra bella stagione (non che poi al nord faccia tutto sto caldo in estate!) e ore di buio sufficienti. Io uso Photoephemeris.
Si prevedono le aurore? Sì, anche se non è semplicissimo. Anzitutto bisogna guardare le previsioni del tempo! Se le nuvole più alte si addensano intorno ai 13km di altezza, il fenomeno delle aurore avviene dai 90km in su! Solo con il cielo limpido c’è speranza di vedere un’aurora. Poi ovviamente serve che il sole produca delle “eruzioni” e che il vento solare trasporti la radiazione prodotta in direzione della terra. L’attività solare è continuamente monitorata e ci sono algoritmi per prevedere questa catena di fenomeni, sapendo che da un’eruzione solare ci voglioni circa due giorni perchè le particelle energetiche raggiungano la terra. Alcune pagine web sono delle vere e proprie “previsioni meteo” per le aurore, ad esempio questa.
La prima aurora delle mia vita mi ha colto impreparata con la tecnica, ma se la macchina fotografica non ha registrato al meglio lo spettacolo, i miei ricordi in compenso sono perfettamente nitidi.
Fu un’aurora non particolarmente intensa, ma spettacolare per il modo in cui danzava in cielo.
ISO troppo bassi, l’otturatore troppo poco aperto, e quindi necessariamente tempi lunghi hanno lasciato un’immagine sfumata di quest’aurora rapidissima.
L’aurora dell’ultimo giorno fu intensa, lunghissima e molto variabile. In questi scatti era bassa sull’orizzonte e faceva capolino tra gli alberi.
Un momento in cui fluttuava bassa ma in una porzione di cielo sgombra dalle nuvole.
Qualche nuvola, che non copra però l’aurora, riempie l’immagine.
La danza dietro gli alberi.
… e poco a poco aumenta di intensità.
Il momento di massimo splendore dell’aurora, neanche il fisheye riusciva a includere l’intera volta celeste!
La danza nel cielo sembrava partire dal centro della volta celeste.
Quando l’intensità aumenta compaiono anche riflessi rossi.
Le foto dell’ultima aurora sono riprese da Åbisko.
Continua la danza nel cielo.
La luce si fa più sottile ma non meno intensa. Notare l’altra condizione molto frequente per fotografare le aurore: stare ore immersi nella neve fin oltre le ginocchia!
Appena si libera dalle nuvole.
Con nuvole e alberi a incorniciare l’aurora.
Tentativo di scatto con il 50mm, che mi permette aperture focali più ampie. Ma nella fretta ho sbagliato la messa a fuoco manuale.
Primi timidi di accenni di aurora.
La notte ad Abiskojaure.
L’aurora qui ad Abiskojaure fu poco intensa, le immagini sono leggermente saturate in post-produzione.
Le aurore poco visibili si riconoscono nelle immagini digitali come piatti arcobaleni.
Anche se l’aurora non fu delle più spettacolari, la notte ad Abiskojaure ci regalò un cielo stellato meraviglioso.
Come fotografare le aurore? La quasi totalità delle mie prime foto di aurore sono fatte con un obiettivo
8mm, con effetto
fisheye. Anche se è una lente che deforma molto l’immagine ai bordi, ha il grande vantaggio di riuscire a coprire una vasta porzione di volta celeste (circa 160°) e quindi di poter catturare anche le aurore più estese e più veloci a muoversi in cielo.
Il fuoco va impostato manuale e all’infinito (di solito è troppo buio perchè il fuoco automatico funzioni bene), i tempi devono essere lunghi abbastanza da raccogliere la luce delle stelle ma non troppo estesi perchè alle volte l’aurora si muove davvero velocemente! Un valore intorno ai 2-6 secondi di solito funziona. Tempi più lunghi rendono l’immagine dell’aurora più sfumata ma talvolta più estesa nel cielo (e più luminosa). Un buon compromesso di tempo va raggiunto anche impostando valori di apertura dell’otturatore bassi ed eventualmente alzando gli ISO (facendo però attenzione al rumore, che sui cieli notturni è particolarmente insidioso).
Ovviamente è imprescindibile il cavalletto e assolutamente bandito il flash. Meglio illuminare con una torcia, per un secondo o due, un soggetto vicino che si voglia includere nella foto.
Nella descrizione di ogni foto sono visibili i tempi di scatto e i valori di apertura del diaframma, dove l’impostazione non era manuale (sul fisheye riesco a raggiungere solo un f/3.5).